La possanza del sacro – Lo slancio vitale delle Basiliche

 

 

Nella sede di Palazzo Forte, nel centro storico di Cimitile, adiacente al complesso basilicale paleocristiano e altomedievale, 10 artisti riflettono sul legame profondo tra fede, passato e avvenire dell’uomo. Il punto di partenza di questa ricerca artistica è costituito proprio dagli antichi e peculiari beni ecclesiastici e archeologici del paese, sempre da mettere in risalto sia per il loro valore storico e artistico, sia per i contenuti di fede che essi testimoniano: sono luoghi che, più di altri, offrono l’opportunità di manifestare al mondo, attraverso l’arte, i contenuti della spiritualità e della bellezza che essa esprime. Nelle tensione tra memoria del passato e immaginazione del futuro, si tratta di compiere un percorso sinergico tra gli operatori dell’arte e quelli del pensiero, declinando insieme, nella fedeltà, spazio e figure come iconizzazione dello spirito.

La mostra presenterà le opere degli artisti legandole alla vicina, praticamente adiacente, presenza dei monumenti che hanno ospitato le rappresentazioni del sacro, in un continuum ininterrotto che va dal III (prime rappresentazioni iconografiche cristiane esistenti al di fuori di Roma) al XIV secolo, con testimonianze per ciascun secolo, conservando la stessa concezione dello spirito attraverso le cangianti vicende storiche, dall’impero romano al regno gotico, dalla dominazione bizantina a quella longobarda, dall’avvento dei Normanni a quello degli Angioini e degli Aragonesi. Infine, nonostante la decadenza e l’oblio che hanno successivamente colpito il sito, un tempo considerato uno dei tre luoghi più importanti della Cristianità (“uno ex tribus sacris universis orbis Coemeteriis”, come fu definito da Papa Paolo V nel 1607, ricordato anche in carte geografiche arabe medievali), l’importanza delle tracce della memoria storica, quali la possibilità di confrontare i resti architettonici con la precisa descrizione che ne ha fornito San Paolino di Nola, uno dei Padri della Cristianità, cui si deve lo sviluppo del luogo di culto, un patrimonio epigrafico notevole, la cronotassi esistente dei vescovi dal III al X secolo, la presenza di testimonianze ebraiche, il patrimonio pittorico e scultoreo tuttora presente, ha reso Cimitile oggetto dell’attenzione dei maggiori studiosi della latinità, dell’archeologia cristiana, della teologia e della storia dell’arte, quali Theodor Mommsen, Giovanni Battista De Rossi, Giovanni Battista Montini (prima di diventare Papa Paolo VI), Heikki Solin, Hans Belting: significativo che quest’ultimo, considerato il massimo studioso contemporaneo di antropologia visiva, anche applicata alle nuove tecnologie della comunicazione, abbia iniziato la sua riflessione con una tesi di laurea dedicata agli affreschi della cappella dei SS. Martiri di Cimitile.

Per un artista, quindi, diventa una sfida con la storia e con il pensiero sacro confrontarsi con tale imponente patrimonio culturale e, allo stesso tempo, ne rappresenta una ulteriore testimonianza dello slancio vitale che continuano a generare le Basiliche di Cimitile.